foglio di Ricino
Tutto l’oro l’hanno loro
Fino ad un secolo fa, ogni abitante della penisola, poteva
disporre, in proporzione al proprio livello sociale, di una certa quantità
d’oro. Per lo più in monete.
La ragione è più che ovvia: fiorini, ducati, marenghi, ecc. erano
la moneta corrente, ed ogni cittadino ne usufruiva per effettuare pagamenti e
scambi commerciali.
Per quanto anche l'oro fosse e sia tuttora classificabile come un
bene “convenzionale”, il suo valore è per certo molto più stimato e ambìto di
qualsiasi altro bene della stessa fattispecie. Sia come valore di scambio, sia
come riserva di valore nel tempo, che nel luogo.
Si può infatti discutere sul valore delle diverse valute (alcune
non vengono neppure accettate al di fuori del Paese d’emissione),ma sull’oro
nessuno discuterà mai: da millenni, e probabilmente per i millenni a venire,
l’oro verrà sempre accettato, in ogni Paese.
Ed ecco che, caso molto emblematico, se gettiamo uno sguardo a
ritroso nel tempo; una panoramica degli eventi che si sono succeduti negli
ultimi secoli, notiamo un particolare interessante: più andiamo avanti nel
tempo, e più notiamo un inspiegabile accentramento del prezioso metallo nelle
mani di pochi, anzi di pochissimi, che ne detengono ormai a migliaia di tonnellate,
mentre nelle mani dei comuni cittadini fanno sempre più la loro comparsa, mezzi
di pagamento sostitutivi sempre più “convenzionali”, diremmo “virtuali”
“aleatori”, evanescenti, soggettivi, opinabili e precari, la cui natura si
discosta sempre di più da quella reale degli oggetti, merci e beni di utilizzo
indispensabili alla vita di tutti i giorni: una casa, un podere, del cibo, una
sorgente d’acqua e quant’altro. Sarà pure “convenzionale” quest’oro…ma chissà
perché, ce l’hanno tutto LORO.
Naturalmente “loro” hanno confezionato nel tempo una suadente
strategia per giustificare questo…travaso di ricchezza, sia pure “virtuale”
dalle nostre tasche alle loro, e fin dal principio convinsero mercanti e
persone qualunque che il loro oro sarebbe stato più al sicuro da ladroni e
briganti e le fedi di deposito, poi note di banco, infine banconote, molto più
comode da trasportare.
Tralasciarono naturalmente di dire che in cambio di una presunta
sicurezza, comodità e tracciabilità, ci rimettevamo in riservatezza, autonomia
e libertà.
Ma questi sono dettagli che è stato facile sublimare per un popolo
sempre più ottenebrato dalle lusinghe e dalle minacce del potere.
Auriti diceva che “la carta di credito era una mini filiale di una
banca che teniamo in tasca, e di cui essa percepisce tutti i vantaggi e noi
tutte le spese”….Ma è comoda!
E non è finita qui: la naturale evoluzione di questo perverso
sistema che accresce a dismisura la nostra dipendenza dal sistema bancario,
conferendogli potere di vita e di morte, non solo economica e civile ad ognuno
di noi, ci fa già intravedere all’orizzonte scenari ancor più inquietanti come
i ceap sottocutanei che identificano e tracciano vita, morte e miracoli di
ognuno di noi.
Fantascienza?
Se avete (e ce l’avete) un telefonino in tasca, avete anche un piccolo esempio
del futuro che ci aspetta, perché non solo non lo percepiamo come
un’imposizione e/o limitazione, ma ne siamo ben fieri e soddisfatti,
identificandolo come uno strumento di “comodità” ed autonomia.
Nessuno
è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Goethe)
Claudio Zanasi