E mentre tutto il paese (il 95% degli italiani addormentati scientificamente dalla TV) si preoccupa e discute, che so, di come sono incredibilmente maltrattati alcuni immigrati (nel curarli e prevenire malattie.. esattamente come ad Auschwitz, noh?) e nessuno si domanda come sia possibile che sotto casa anche stanotte un/una barbona è morta congelata nell’indifferenza del sistema pubblico (dov’è il famoso stato sociale per cui siamo massacrati di tasse? Com’è possibile che i poveri, quelli veri, devono ricevere un pasto e un tetto dalla Caritas e da altre Associazioni di Volontariato invece che dal famoso stato?), ci fregano alla stragrande nel silenzio generale, facendoci puntare occhi e cervelli su dettagli, distrazioni, discussioni sterili e sostanzialmente inutili.
Quanto si è discusso di quello che stanno facendo alla Banca d’Italia? Chi ne sa qualcosa?
mercoledì 4 dicembre 2013
(…) Andiamo ad esaminare quale sia la ragione principale della truffa comminata ai danni dei cittadini e della nazione italiana tutta dal governo di Enrico Letta, su istigazione del ministro dell’economia e delle finanze Fabrizio Saccomani (guarda caso ex direttore generale di Banca d’Italia e membro del CDA della Banca dei Regolamenti Internazionali con sede a Basilea), in combutta con l’attuale governatore di Bankitalia Ignazio Visco.
Partiamo da una premessa: Banca d’Italia è una delle 17 banche centrali nazionali che aderiscono al sistema SEBC della BCE, quindi è l’autorità monetaria più indipendente e autonoma che possa esistere sul pianeta, non potendo per statuto finanziare direttamente il proprio governo o avere alcun collegamento politico-istituzionale con lo stesso. Tranne l’elezione del governatore, che avviene su esplicita proposta e indicazione del Consiglio superiore della banca centrale (articolo 17 dello Statuto), i politici non hanno alcuna influenza nelle attività strettamente tecniche o istituzionali di Bankitalia.
La proprietà della banca centrale è al 95% privata, anche se l’istituto viene ipocritamente definito di diritto pubblico, perché si è appropriato giuridicamente di un’attività regolamentata per legge: l’emissione della moneta (sotto forma di banconote e riserve bancarie).