martedì 1 ottobre 2013

L'ottimo "affare" dell' EURO per l'italia.... !!

Bel affare per l'italia: perdiamo un asset strategico pagando con i nostri stessi soldi. Quanto siamo fessi a rimanere in questo schifo di euro! !!

Leggete questo articolo e meditate su quanto siamo "furbi" noi italiani e su che classe politca abbiamo che ci stanno svendendo per un piatto di lenticchie condannandoci a 30 anni o più di miseria.....



 PIANGE IL TELEFONO


Stamane vado di fretta e ve la farò breve.
La notizia che si legge sui giornali italiani è che Telecom, tra non molto, parlerà spagnolo. Ma la notizia che non leggerete mai sulla stampa italiana è che l'acquirente, ossia Telefonica, verosimilmente, per portare a compimento l'operazione, verrà finanziata da qualche banca spagnola -già fallita- e salvata con i soldi dei contribuenti Italiani attraverso il fondo salva stati e banche ESM, al quale  l'Italia partecipa con 125 miliardi di euro, presi a debito sui mercati. Di come l'Italia abbia contribuito al salvataggio delle banche spagnole, lo abbiamo spiegato QUI.
Ricapitolando, per rendervela ancora più semplice, possiamo dire che TELEFONICA (società spagnola), attraverso la controlla TELCO, acquista TELECOM (Società Italiana). La quale Telefonica, avendo necessità di capitali  per compiere l'operazione, verosimilmente, si farà finanziare da qualche banca spagnola. La quale banca spagnola, a sua volta, è stata salvata con i soldi dei contribuenti italiani attraverso il fondo ESM. I quali contribuenti, per poter conferire  i soldi nel fondo ESM  (e da questo alle banche spagnole che finanziano l'acquisto di Telecom da parte di Telefonica), essendo straccioni,  sono stati spremuti di tasse per rendersi presentabili sul mercato e per ottenere la fiducia degli investitori che hanno prestato i soldi all'Italia, a fronte del pagamento di lauti interessi.
Chiaro, no? 



Potete anche evitare di leggere i dettagli riportati nel pezzo che segue, tratto da Il Sole 24 Ore. Le cose importanti le avete già lette sopra.
  
Telefonica sale dal 46 al 66% di Telco dopo l'aumento di capitale da 323 milioni e realizzerà un secondo aumento di capitale da 117 milioni, dopo l'ok dell'Antitrust in Brasile e Argentina, per arrivare al 70% della holding. Lo si legge nella nota della compagnia spagnola. Ieri il titolo Telecom ha chiuso in rialzo del 3,4% a 0,59 euro. Telefonica manterrà i diritti di voto in Telco spa all'attuale 46,1% anche dopo i due aumenti di capitale (che porteranno la sua quota al 70% della holding). Lo si legge nella nota della compagnia spagnola secondo cui dal 1 gennaio 2014, dopo l'ok dell'Antitrust di Brasile a Argentina, i diritti di voto potrebbero salire al 64,9%.
"Siamo soddisfatti di aver concluso questo accordo che è in linea con i nostri obiettivi di rafforzamento patrimoniale e che ci permette di guardare con ottimismo alla distribuzione di un dividendo soddisfacente a fine anno". Questo il commento del ceo di Generali, Mario Greco, all'accordo con Telefonica per il riassetto di Telco che controlla Telecom. Generali rende inoltre noto che la svalutazione netta della quota Telco sarà di circa 65 milioni e sarà registrata nel terzo trimestre del 2013. L'accordo definisce infine in modo chiaro i possibili periodi di uscita da Telco - il primo a giugno 2014; il secondo a febbraio 2015 - e riduce i rischi patrimoniali derivanti dallôeventuale futura cessione a Telefonica.
Opzione per Telefonica di salire al 100% di Telco, la holding che controlla Telecom con il 22,4% del capitale, dal primo gennaio 2014. In base all'accordo sottoscritto questa notte tra gli spagnoli di Telefonica e i soci itliani presenti in Telco, Intesa Sanpaolo, Generali e Mediobanca, "a decorrere dal primo gennaio 2014, Telefonica avrà la facoltà (opzione call) di acquistare per cassa tutte le azioni dei soci italiani in Telco, ad un prezzo determinato valorizzando la partecipazione di Telco in Telecom Italia al maggiore tra 1,1 euro e il prezzo di mercato delle azioni al momento dellôesercizio della opzione call". Lôesercizio dellôopzione sarà soggetto allôottenimento da parte di Telefonica di tutte le autorizzazioni regolamentari e antitrust. "In caso di esercizio della opzione call, Telefonica sarà obbligata ad acquistare, a valore nominale, anche tutte le quote residue del prestito obbligazionario emesso da Telco detenute dai soci italiani a fronte del pagamento di un corrispettivo composto per il 50% in contanti, e per il restante 50%, a scelta di Telefonica, in contanti e/o in azioni di Telefonica".
Con la cessione di Telecom a Telefonica, ormai apparentemente dietro l'angolo, termina definitivamente l'era della telefonia tricolore, visto che più nessun operatore presente in Italia sarebbe a controllo nazionale. Ecco i momenti salienti della storia delle principali compagnie di telefonia mobile, nate in Italia e poi cedute ad azionisti stranieri 

- VODAFONE: ha origine con Omnitel, fondata il 19 giugno 1990 da Olivetti, Lehman Brothers, Bell Atlantic e Telia. Nel 1999, Olivetti, a seguito dell'acquisizione di Telecom Italia, provvede alla cessione, richiesta dalle norme sulla concorrenza, delle sue partecipazioni in Omnitel e Infostrada a Mannesmann. La partecipazione di Mannesmann in Omnitel sale dunque al 53,7%. Mannesmann, poi, vende nel 2001 il settore delle tlc, così Omnitel passa sotto il controllo di Vodafone Group; assume la denominazione di Omnitel-Vodafone nel 2001, di Vodafone-Omnitel nel 2002 e, infine, nel 2003, l'attuale denominazione di Vodafone Italia. Tuttavia, il 2 settembre 2013, Verizon Communications ha annunciato di aver raggiunto un accordo per acquistare la partecipazione di Vodafone, il 45%, per 130 miliardi di dollari in un accordo atteso entro il primo trimestre del 2014. Tale accordo prevede che Gruppo Vodafone acquisti l'altro 23% in possesso di Verizon in Vodafone Italia. In questo modo, entro il 2014, Vodafone Italia sarà interamente di Vodafone. 
- WIND: Wind Telecomunicazioni nasce alla fine del 1997 grazie all'investimento di Enel, France Télécom e Deutsche Telekom. Nel 2001 c'è poi l'acquisizione di Infostrada da parte di Enel, azionista di maggioranza, e nel 2002 diviene operativa la fusione per incorporazione di Infostrada in Wind. Nel luglio del 2003 Wind Telecomunicazioni è tutta italiana: Enel ne diventa l'unico azionista acquistando il restante 26,6% da France Télécom. Nel 2005 il gruppo Enel cede la quota di maggioranza di Wind Telecomunicazioni al magnate egiziano Naguib Sawiris, già proprietario della Orascom. Il 4 ottobre 2010 Weather Investments (ora Wind Telecom S.p.A., controllata da Naguib Sawiris) e il gruppo russo VimpelCom annunciano con un comunicato la loro fusione, a seguito della quale, VimpelCom assumerebbe il controllo del 51,7% di Orascom Telecom Holding e del 100% di Wind Telecomunicazioni. 

- TRE: 3 Italia appartiene alla multinazionale cinese Hutchison Whampoa. Il gruppo 3 è il più grande gruppo di telefonia mobile al mondo per numero di clienti in tecnologia Umts e, soprattutto, è stato il primo a lanciare tale tecnologia in Europa. Nata il 18 novembre 1999 con il nome Andala Umts, grazie a Franco Bernabè (10%) e Renato Soru (con Tiscali al 90%), ha ottenuto nel 2000 la licenza Umts vincendo la relativa gara. A seguito di tale ottenimento, sempre nel 2000, entrano nuovi soci nella compagine azionaria, ma il 12 agosto il 51% viene acquisito da Hutchison Whampoa Limited: Hwl salirà poi all'88,2% nel giro di due anni. Ha lanciato i servizi Umts il 3 marzo 2003 con il marchio 3.


Da Dagospia


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