Bel affare per l'italia: perdiamo un asset strategico pagando con i nostri stessi soldi. Quanto siamo fessi a rimanere in questo schifo di euro! !!
Leggete questo articolo e meditate su quanto siamo "furbi" noi italiani e su che classe politca abbiamo che ci stanno svendendo per un piatto di lenticchie condannandoci a 30 anni o più di miseria.....
PIANGE IL TELEFONO
La notizia che si legge sui giornali
italiani è che Telecom, tra non molto, parlerà spagnolo. Ma la notizia
che non leggerete mai sulla stampa italiana è che l'acquirente, ossia
Telefonica, verosimilmente, per portare a compimento l'operazione,
verrà finanziata da qualche banca spagnola -già fallita- e salvata con i
soldi dei contribuenti Italiani attraverso il fondo salva stati e
banche ESM, al quale l'Italia partecipa con 125 miliardi di euro, presi
a debito sui mercati. Di come l'Italia abbia contribuito al salvataggio delle banche spagnole, lo abbiamo spiegato QUI.
Ricapitolando, per rendervela ancora
più semplice, possiamo dire che TELEFONICA (società spagnola),
attraverso la controlla TELCO, acquista TELECOM (Società Italiana). La
quale Telefonica, avendo necessità di capitali per compiere
l'operazione, verosimilmente, si farà finanziare da qualche banca
spagnola. La quale banca spagnola, a sua volta, è stata salvata con i
soldi dei contribuenti italiani attraverso il fondo ESM. I quali
contribuenti, per poter conferire i soldi nel fondo ESM (e da questo
alle banche spagnole che finanziano l'acquisto di Telecom da parte di
Telefonica), essendo straccioni, sono stati spremuti di tasse per
rendersi presentabili sul mercato e per ottenere la fiducia degli
investitori che hanno prestato i soldi all'Italia, a fronte del
pagamento di lauti interessi.
Potete anche evitare di leggere i dettagli riportati nel pezzo che segue, tratto da Il Sole 24 Ore. Le cose importanti le avete già lette sopra.
Telefonica sale dal 46 al 66% di Telco
dopo l'aumento di capitale da 323 milioni e realizzerà un secondo
aumento di capitale da 117 milioni, dopo l'ok dell'Antitrust in Brasile e
Argentina, per arrivare al 70% della holding. Lo si legge nella nota
della compagnia spagnola. Ieri il titolo Telecom ha chiuso in rialzo del
3,4% a 0,59 euro. Telefonica manterrà i diritti di voto in Telco spa
all'attuale 46,1% anche dopo i due aumenti di capitale (che porteranno
la sua quota al 70% della holding). Lo si legge nella nota della
compagnia spagnola secondo cui dal 1 gennaio 2014, dopo l'ok
dell'Antitrust di Brasile a Argentina, i diritti di voto potrebbero
salire al 64,9%.
"Siamo soddisfatti di aver concluso
questo accordo che è in linea con i nostri obiettivi di rafforzamento
patrimoniale e che ci permette di guardare con ottimismo alla
distribuzione di un dividendo soddisfacente a fine anno". Questo il
commento del ceo di Generali, Mario Greco, all'accordo con Telefonica
per il riassetto di Telco che controlla Telecom. Generali rende inoltre
noto che la svalutazione netta della quota Telco sarà di circa 65
milioni e sarà registrata nel terzo trimestre del 2013. L'accordo
definisce infine in modo chiaro i possibili periodi di uscita da Telco -
il primo a giugno 2014; il secondo a febbraio 2015 - e riduce i rischi
patrimoniali derivanti dallôeventuale futura cessione a Telefonica.
Opzione per Telefonica di salire al 100%
di Telco, la holding che controlla Telecom con il 22,4% del capitale,
dal primo gennaio 2014. In base all'accordo sottoscritto questa notte
tra gli spagnoli di Telefonica e i soci itliani presenti in Telco,
Intesa Sanpaolo, Generali e Mediobanca, "a decorrere dal primo gennaio
2014, Telefonica avrà la facoltà (opzione call) di acquistare per cassa
tutte le azioni dei soci italiani in Telco, ad un prezzo determinato
valorizzando la partecipazione di Telco in Telecom Italia al maggiore
tra 1,1 euro e il prezzo di mercato delle azioni al momento
dellôesercizio della opzione call". Lôesercizio dellôopzione sarà
soggetto allôottenimento da parte di Telefonica di tutte le
autorizzazioni regolamentari e antitrust. "In caso di esercizio della
opzione call, Telefonica sarà obbligata ad acquistare, a valore
nominale, anche tutte le quote residue del prestito obbligazionario
emesso da Telco detenute dai soci italiani a fronte del pagamento di un
corrispettivo composto per il 50% in contanti, e per il restante 50%, a
scelta di Telefonica, in contanti e/o in azioni di Telefonica".
Con la cessione di Telecom a Telefonica,
ormai apparentemente dietro l'angolo, termina definitivamente l'era
della telefonia tricolore, visto che più nessun operatore presente in
Italia sarebbe a controllo nazionale. Ecco i momenti salienti della
storia delle principali compagnie di telefonia mobile, nate in Italia e
poi cedute ad azionisti stranieri
- VODAFONE: ha origine con Omnitel, fondata il 19 giugno 1990 da Olivetti, Lehman Brothers, Bell Atlantic e Telia. Nel 1999, Olivetti, a seguito dell'acquisizione di Telecom Italia, provvede alla cessione, richiesta dalle norme sulla concorrenza, delle sue partecipazioni in Omnitel e Infostrada a Mannesmann. La partecipazione di Mannesmann in Omnitel sale dunque al 53,7%. Mannesmann, poi, vende nel 2001 il settore delle tlc, così Omnitel passa sotto il controllo di Vodafone Group; assume la denominazione di Omnitel-Vodafone nel 2001, di Vodafone-Omnitel nel 2002 e, infine, nel 2003, l'attuale denominazione di Vodafone Italia. Tuttavia, il 2 settembre 2013, Verizon Communications ha annunciato di aver raggiunto un accordo per acquistare la partecipazione di Vodafone, il 45%, per 130 miliardi di dollari in un accordo atteso entro il primo trimestre del 2014. Tale accordo prevede che Gruppo Vodafone acquisti l'altro 23% in possesso di Verizon in Vodafone Italia. In questo modo, entro il 2014, Vodafone Italia sarà interamente di Vodafone.
- VODAFONE: ha origine con Omnitel, fondata il 19 giugno 1990 da Olivetti, Lehman Brothers, Bell Atlantic e Telia. Nel 1999, Olivetti, a seguito dell'acquisizione di Telecom Italia, provvede alla cessione, richiesta dalle norme sulla concorrenza, delle sue partecipazioni in Omnitel e Infostrada a Mannesmann. La partecipazione di Mannesmann in Omnitel sale dunque al 53,7%. Mannesmann, poi, vende nel 2001 il settore delle tlc, così Omnitel passa sotto il controllo di Vodafone Group; assume la denominazione di Omnitel-Vodafone nel 2001, di Vodafone-Omnitel nel 2002 e, infine, nel 2003, l'attuale denominazione di Vodafone Italia. Tuttavia, il 2 settembre 2013, Verizon Communications ha annunciato di aver raggiunto un accordo per acquistare la partecipazione di Vodafone, il 45%, per 130 miliardi di dollari in un accordo atteso entro il primo trimestre del 2014. Tale accordo prevede che Gruppo Vodafone acquisti l'altro 23% in possesso di Verizon in Vodafone Italia. In questo modo, entro il 2014, Vodafone Italia sarà interamente di Vodafone.
- WIND:
Wind Telecomunicazioni nasce alla fine del 1997 grazie all'investimento
di Enel, France Télécom e Deutsche Telekom. Nel 2001 c'è poi
l'acquisizione di Infostrada da parte di Enel, azionista di maggioranza,
e nel 2002 diviene operativa la fusione per incorporazione di
Infostrada in Wind. Nel luglio del 2003 Wind Telecomunicazioni è tutta
italiana: Enel ne diventa l'unico azionista acquistando il restante
26,6% da France Télécom. Nel 2005 il gruppo Enel cede la quota di
maggioranza di Wind Telecomunicazioni al magnate egiziano Naguib
Sawiris, già proprietario della Orascom. Il 4 ottobre 2010 Weather
Investments (ora Wind Telecom S.p.A., controllata da Naguib Sawiris) e
il gruppo russo VimpelCom annunciano con un comunicato la loro fusione, a
seguito della quale, VimpelCom assumerebbe il controllo del 51,7% di
Orascom Telecom Holding e del 100% di Wind Telecomunicazioni.
- TRE: 3 Italia appartiene alla multinazionale cinese Hutchison Whampoa. Il gruppo 3 è il più grande gruppo di telefonia mobile al mondo per numero di clienti in tecnologia Umts e, soprattutto, è stato il primo a lanciare tale tecnologia in Europa. Nata il 18 novembre 1999 con il nome Andala Umts, grazie a Franco Bernabè (10%) e Renato Soru (con Tiscali al 90%), ha ottenuto nel 2000 la licenza Umts vincendo la relativa gara. A seguito di tale ottenimento, sempre nel 2000, entrano nuovi soci nella compagine azionaria, ma il 12 agosto il 51% viene acquisito da Hutchison Whampoa Limited: Hwl salirà poi all'88,2% nel giro di due anni. Ha lanciato i servizi Umts il 3 marzo 2003 con il marchio 3.
Da Dagospia
- TRE: 3 Italia appartiene alla multinazionale cinese Hutchison Whampoa. Il gruppo 3 è il più grande gruppo di telefonia mobile al mondo per numero di clienti in tecnologia Umts e, soprattutto, è stato il primo a lanciare tale tecnologia in Europa. Nata il 18 novembre 1999 con il nome Andala Umts, grazie a Franco Bernabè (10%) e Renato Soru (con Tiscali al 90%), ha ottenuto nel 2000 la licenza Umts vincendo la relativa gara. A seguito di tale ottenimento, sempre nel 2000, entrano nuovi soci nella compagine azionaria, ma il 12 agosto il 51% viene acquisito da Hutchison Whampoa Limited: Hwl salirà poi all'88,2% nel giro di due anni. Ha lanciato i servizi Umts il 3 marzo 2003 con il marchio 3.
Da Dagospia
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