giovedì 24 gennaio 2013

foglio di Ricino
per digerire tutte le nefandezze che ingoiamo ogni giorno

ECONOMIA: NON TUTTI I PROF. SONO UGUALI
di Raffaele Amato

L'insigne prof.Monti è oggi osannato da più parti: Fini, Casini e centrini vari di casa nostra, Angela
Merdel (la “d” non è un errore, è voluta) e banchieri di Bruxelles, consorterie più o meno occulte
dell'intero pianeta, media ammaestrati italiani e non, come il salvatore della Patria, il messia della
lotta allo spread, l'eroe che ci avrebbe evitato il baratro, il condottiero che ha scongiurato per l'Italia
la fine della Grecia. Dopo un anno di finte lacrime della Fornero e lacrime vere degli italiani, ecco i
brillanti risultati dell'illustre bocconiano: 600 mila disoccupati in più, oltre 2 mila miliardi di deficit
(cifra mai raggiunta prima, con un aumento di 153 miliardi), una pressione fiscale senza precedenti
che ha schiacciato sopratutto la classe media, nerbo economico della nazione, il PIL che è calato del
2,4%, tagli pesantissimi ai servizi, sopratutto a sanità ed istruzione, la produzione industriale calata
del 6,5%, gli ordinativi del 10,4%, i consumi diminuiti del 3,4% e si potrebbe continuare a lungo
con le cifre, tanto noiose quanto drammatiche.
A fronte di un tale disastro la mente viaggia lontano,
in un periodo buio, nella triste epoca del “male assoluto”. Quando Alberto De Stefani, fascista della
prima ora divenne, dopo la marcia su Roma, Ministro delle Finanze e poi anche del Tesoro,
mantenendo tali incarichi fino al 1925. Diede un vigoroso impulso all'economia, attuando una
saggia politica fiscale e semplificò il quadro legislativo che regolava l'attività economica. Tra il
1922 ed il 1926 la produzione manifatturiera crebbe mediamente del 10% all'anno, i disoccupati
passarono da 600 mila a 100 mila. Gli bastarono, in una fase difficile come quella post Grande
Guerra con una nazione da ricostruire, appena 18 mesi per raggiungere il pareggio di bilancio! Nel
1925 si iniziò anche a distruggere la cartamoneta al fine di frenare l'inflazione. Complessivamente
furono inceneriti 320 milioni di lire. Nello stesso anno De Stefani emise un decreto che mirava a
stroncare la speculazione in borsa. Ovviamente entrò presto in conflitto con gerarchie bancarie,
conflitto che portò, tra l'altro, alla nazionalizzazione della Banca d'Italia ed alla fine del signoraggio.
Col tempo si collocò in posizioni critiche verso il regime fino a votare lo sciagurato ordine del
giorno Grandi il 25 luglio. Ma di fronte alla sua esperienza di ministro non ci si può che levare il
cappello. Altro che strapotere della Goldmann Sachs, Bilderberg Group e Trilateral Commission!
Altro che schiavitù dell'Euro e dello spread! Altro che cessione della sovranità nazionale ad oscuri
organismi votati da nessuno! Altro che perdita della sovranità monetaria! Anche De Stefani fu
docente universitario ma, a differenza di Monti, la sua azione portò un beneficio alla nazione, non
alla speculazione internazionale che affama i popoli. I due professori hanno ottenuto risultati
opposti. Perché hanno avuto opposti obiettivi ed opposti ideali.

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