foglio di Ricino
per digerire tutte le nefandezze che ingoiamo ogni giorno
ECONOMIA: NON TUTTI I PROF. SONO UGUALI
di Raffaele Amato
L'insigne
prof.Monti è oggi osannato da più parti: Fini, Casini e centrini vari di casa
nostra, Angela
Merdel
(la “d” non è un errore, è voluta) e banchieri di Bruxelles, consorterie più o
meno occulte
dell'intero
pianeta, media ammaestrati italiani e non, come il salvatore della Patria, il
messia della
lotta
allo spread, l'eroe che ci avrebbe evitato il baratro, il condottiero che ha
scongiurato per l'Italia
la
fine della Grecia. Dopo un anno di finte lacrime della Fornero e lacrime vere
degli italiani, ecco i
brillanti
risultati dell'illustre bocconiano: 600 mila disoccupati in più, oltre 2 mila
miliardi di deficit
(cifra
mai raggiunta prima, con un aumento di 153 miliardi), una pressione fiscale
senza precedenti
che
ha schiacciato sopratutto la classe media, nerbo economico della nazione, il
PIL che è calato del
2,4%,
tagli pesantissimi ai servizi, sopratutto a sanità ed istruzione, la produzione
industriale calata
del
6,5%, gli ordinativi del 10,4%, i consumi diminuiti del 3,4% e si potrebbe
continuare a lungo
con
le cifre, tanto noiose quanto drammatiche.
A fronte di un tale disastro la mente viaggia lontano,
A fronte di un tale disastro la mente viaggia lontano,
in
un periodo buio, nella triste epoca del “male assoluto”. Quando Alberto De
Stefani, fascista della
prima
ora divenne, dopo la marcia su Roma, Ministro delle Finanze e poi anche del
Tesoro,
mantenendo
tali incarichi fino al 1925. Diede un vigoroso impulso all'economia, attuando
una
saggia
politica fiscale e semplificò il quadro legislativo che regolava l'attività
economica. Tra il
1922
ed il 1926 la produzione manifatturiera crebbe mediamente del 10% all'anno, i
disoccupati
passarono
da 600 mila a 100 mila. Gli bastarono, in una fase difficile come quella post
Grande
Guerra
con una nazione da ricostruire, appena 18 mesi per raggiungere il pareggio di
bilancio! Nel
1925
si iniziò anche a distruggere la cartamoneta al fine di frenare l'inflazione.
Complessivamente
furono
inceneriti 320 milioni di lire. Nello stesso anno De Stefani emise un decreto
che mirava a
stroncare
la speculazione in borsa. Ovviamente entrò presto in conflitto con gerarchie
bancarie,
conflitto
che portò, tra l'altro, alla nazionalizzazione della Banca d'Italia ed alla
fine del signoraggio.
Col
tempo si collocò in posizioni critiche verso il regime fino a votare lo
sciagurato ordine del
giorno
Grandi il 25 luglio. Ma di fronte alla sua esperienza di ministro non ci si può
che levare il
cappello.
Altro che strapotere della Goldmann Sachs, Bilderberg Group e Trilateral
Commission!
Altro
che schiavitù dell'Euro e dello spread! Altro che cessione della sovranità
nazionale ad oscuri
organismi
votati da nessuno! Altro che perdita della sovranità monetaria! Anche De
Stefani fu
docente
universitario ma, a differenza di Monti, la sua azione portò un beneficio alla
nazione, non
alla
speculazione internazionale che affama i popoli. I due professori hanno
ottenuto risultati
opposti.
Perché hanno avuto opposti obiettivi ed opposti ideali.
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