venerdì 25 gennaio 2013

Sull’Italia sta per scatenarsi l’inferno, ma nessuno lo dice!

Sull’Italia sta per scatenarsi l’inferno, ma nessuno lo dice chiaro e tondo: sia i politici che i grandi media non hanno ancora spiegato cosa significano, in concreto, il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio. Tagli sanguinosi: 40 miliardi di euro all’anno, per vent’anni. Traduce Luciano Gallino: vuol dire ridurre in miseria due o tre generazioni di italiani, e retrocedere la nostra economia in sedie D. E tutto questo, aggiunge Giorgio Cremaschi, sulla base di miseri calcoli tragicamente errati: la Merkel, Draghi e Monti hanno inaugurato le micidiali politiche di rigore credendo che un punto di taglio del deficit pubblico avrebbe ridotto la crescita di mezzo punto.

Tutto sbagliato: un punto di tagli produce un punto e mezzo di danno economico, cioè tre volte le previsioni. A dirlo non è Cremaschi, ma il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, come riporta il “Sole 24 Ore”. Tecnocrati incapaci, oltre che spietati: «Hanno sbagliato i conti – dice Cremaschi – e la politica di austerità che hanno consapevolmente deciso ha povertàprodotto disoccupazione e povertà tre volte di più di quanto avevano pensato di farci pagare». Ecco spiegata la dismisura della spirale recessiva, sempre più pesante e senza soluzioni, che sta dilagando in Europa. «In concreto – scrive Cremaschi su “Micromega” – questo vuol dire che il pareggio di bilancio come obbligo costituzionale, votato anche da Lega e Idv», comporta un’austerity «non più economicamente e socialmente sostenibile», perché il patto fiscale europeo ci obbliga a dimezzare il debito pubblico in appena vent’anni. E’ l’orrore sociale del Fiscal Compact, di cui i media preferiscono parlare il meno possibile, «con buona pace della politica di unità nazionale che ha deliberato queste scelte e dello stesso Presidente della Repubblica che le ha auspicate e benedette». Scelte sciagurate, che secondo Cremaschi «vanno concretamente e rapidamente messe in discussione, cioè revocate», perché per rimediare a danni epocali «sarà necessaria una politica economica di segno opposto a quella sinora attuata». Una nuova politica democratica, «che come prima misura decida di rompere il tabù liberista che domina il nostro continente». E’ il tabù del debito e del pareggio di bilancio, spauracchio «che invece viene messo in discussione nel resto del mondo, dagli Stati Uniti al Giappone alla Cina all’America latina», dove peraltro le economie si basano su moneta sovrana, senza cioè il ricatto di una valuta “straniera” come l’euro. Parliamoci chiaro, insiste Cremaschi: «Per affrontare la crisi e il suo primo effetto, la disoccupazione di massa, bisogna spendere soldi pubblici», come Monti, Bersani e Berlusconifa Obama, «senza timore di avere un bilancio in deficit». E dunque: «In Italia e in Europa deve saltare tutto il sistema di patti, accordi e regole che promuovono e disciplinano l’austerità». In Italia invece il confronto elettorale parla d’altro, aggiunge Cremaschi, anche se la campagna elettorale si fonda sulle promesse più varie. «Monti evidentemente non può certo smentire sé stesso, Berlusconi è sicuramente capace di farlo ma proprio per questo non ha alcuna credibilità». E Bersani? «Nel proprio programma elettorale ha scritto che si impegna a rispettare tutti gli impegni assunti e lo ribadisce in continuazione per rassicurare l’Europa e lo spread». Ma se si allarga l’orizzonte, il risultato non cambia: «Anche chi si oppone a questi tre leader e ai loro schieramenti non affronta davvero questi temi, e in ogni caso non li mette al centro della propria propaganda». Grillo, per esempio: «A volte ne parla, ma poi al centro di tutto mette la lotta al sistema dei partiti». E Ingroia? Lui pure ne fa accenno, «ma ben dopo i temi della legalità che gli sono più cari». Così, nel confronto sulla politica economica «trionfano i “ma anche” di veltroniana memoria». Ingroia e GrilloConiugare austerità e crescita, rigore con equità? «Sono formulette abusate, che non vogliono dire un bel nulla». La crisi economica mondiale, aggiunge Cremaschi, si è alimentata pochi anni fa dalla esplosione della bolla finanziaria. In Italia, la crisi politica è letteralmente assorbita in una bolla mediatica, che sta gonfiando queste elezioni presentando uno scontro tanto più aspro quanto più si allontana dalle decisioni vere da assumere. «Prima o poi la bolla mediatica scoppierà come è successo per quella dei derivati», dice Cremaschi. E allora, «il peso delle decisioni non prese e nemmeno discusse davvero si abbatterà su di noi con il perdurare della crisi». Ci sono le elezioni a febbraio? Bene. Non resta che «pretendere da chi si candida» di chiarire un punto fondamentale: «Dica con chiarezza se vuol mantenere o mettere in discussione pareggio di bilancio e Fiscal Compact: è su questo che ci si divide in Europa alle elezioni e sarebbe ora che accadesse anche da noi, nonostante la bolla mediatica».
http://www.libreidee.org

Islanda: il segreto della nostra ripresa? "Abbiamo lasciato che le banche fallissero"

Il presidente Olafur Ragnar Grimsson sulla ripresa dell'economia dell'isola, che tanto dipendeva dal sistema finanziario: dopo 4 anni Pil +3% e disoccupazione scesa al 5%.

NEW YORK (WSI) - L'Islanda ha permesso che le sue banche facessero bancarotta, come succederebbe a qualsiasi altra societa' in un sistema capitalistico ben funzionante.
"Anche se le dimensioni sono diverse rispetto agli Stati Uniti - ha detto in un'intervista a Fox news il quinto presidente della piccola nazione del nord Europa, Olafur Ragnar Grimsson, - le caratteristiche di base sono molto simili e quindi si potrebbero applicare soluzioni simili" anche in Europa e Stati Uniti. Approfittando anche dei ridotti intrecci del suo sistema finanziario con l'estero, limitati agli istituti inglesi e olandesi, il governo islandese ha lasciato fallire le sue banche e quattro anni dopo l'economia e' tornata a crescere (Pil +3%), mentre al 5% la disoccupazione non rappresenta piu' un problema. "Non ho mai capito come mai le banche sono sacre, mentre le altre societa' vengono lasciate fallire", ha proseguito l'ex ministro delle Finanze. "Perche' quando un istituto di credito fallisce, i contribuenti devono pagare?" "Andando contro questa visione ortodossa, siamo riusciti a rilanciare l'economia". Ma il percorso per arrivarci non e' stato facile. "Non dovremmo dimenticare che per i cittadini e' stata molto dura, molte famiglie hanno perso le loro case e visto depauperare i propri risparmi", ha ricordato l'ex membro del Consiglio economico. Il segreto e' dare pieni poteri ala gente. E non far pagare a loro gli errori commessi da qualche dirigente finanziario.
http://www.wallstreetitalia.com/article/1487216/debito/islanda-abbiamo-lasciato-che-le-banche-fallissero.aspx

giovedì 24 gennaio 2013

foglio di Ricino
per digerire tutte le nefandezze che ingoiamo ogni giorno

ECONOMIA: NON TUTTI I PROF. SONO UGUALI
di Raffaele Amato

L'insigne prof.Monti è oggi osannato da più parti: Fini, Casini e centrini vari di casa nostra, Angela
Merdel (la “d” non è un errore, è voluta) e banchieri di Bruxelles, consorterie più o meno occulte
dell'intero pianeta, media ammaestrati italiani e non, come il salvatore della Patria, il messia della
lotta allo spread, l'eroe che ci avrebbe evitato il baratro, il condottiero che ha scongiurato per l'Italia
la fine della Grecia. Dopo un anno di finte lacrime della Fornero e lacrime vere degli italiani, ecco i
brillanti risultati dell'illustre bocconiano: 600 mila disoccupati in più, oltre 2 mila miliardi di deficit
(cifra mai raggiunta prima, con un aumento di 153 miliardi), una pressione fiscale senza precedenti
che ha schiacciato sopratutto la classe media, nerbo economico della nazione, il PIL che è calato del
2,4%, tagli pesantissimi ai servizi, sopratutto a sanità ed istruzione, la produzione industriale calata
del 6,5%, gli ordinativi del 10,4%, i consumi diminuiti del 3,4% e si potrebbe continuare a lungo
con le cifre, tanto noiose quanto drammatiche.
A fronte di un tale disastro la mente viaggia lontano,
in un periodo buio, nella triste epoca del “male assoluto”. Quando Alberto De Stefani, fascista della
prima ora divenne, dopo la marcia su Roma, Ministro delle Finanze e poi anche del Tesoro,
mantenendo tali incarichi fino al 1925. Diede un vigoroso impulso all'economia, attuando una
saggia politica fiscale e semplificò il quadro legislativo che regolava l'attività economica. Tra il
1922 ed il 1926 la produzione manifatturiera crebbe mediamente del 10% all'anno, i disoccupati
passarono da 600 mila a 100 mila. Gli bastarono, in una fase difficile come quella post Grande
Guerra con una nazione da ricostruire, appena 18 mesi per raggiungere il pareggio di bilancio! Nel
1925 si iniziò anche a distruggere la cartamoneta al fine di frenare l'inflazione. Complessivamente
furono inceneriti 320 milioni di lire. Nello stesso anno De Stefani emise un decreto che mirava a
stroncare la speculazione in borsa. Ovviamente entrò presto in conflitto con gerarchie bancarie,
conflitto che portò, tra l'altro, alla nazionalizzazione della Banca d'Italia ed alla fine del signoraggio.
Col tempo si collocò in posizioni critiche verso il regime fino a votare lo sciagurato ordine del
giorno Grandi il 25 luglio. Ma di fronte alla sua esperienza di ministro non ci si può che levare il
cappello. Altro che strapotere della Goldmann Sachs, Bilderberg Group e Trilateral Commission!
Altro che schiavitù dell'Euro e dello spread! Altro che cessione della sovranità nazionale ad oscuri
organismi votati da nessuno! Altro che perdita della sovranità monetaria! Anche De Stefani fu
docente universitario ma, a differenza di Monti, la sua azione portò un beneficio alla nazione, non
alla speculazione internazionale che affama i popoli. I due professori hanno ottenuto risultati
opposti. Perché hanno avuto opposti obiettivi ed opposti ideali.

Summit MMT 24-26 Febbraio 2012

video N 1di 18

video N2 di 18

video N3 di 18
video N4 di 18

video N5 di 18

domenica 20 gennaio 2013

Padre Quirino: un tragico inganno che sta paralizzando la vita del pianeta


Oggi l’assillo è il Debito Pubblico, un tragico inganno che sta paralizzando la vita del pianeta.
Mi auguro i destarci tutti come fossimo stati coinvolti nel gioco di “scherzi a parte”.
Ma si può sapere a chi lo Stato deve tutti quei miliardi di cui si è indebitato?
Alla Banca d’Italia, sì, perché se li fa prestare per la sanità, le opere pubbliche, la scuola, le pensioni, i titoli di stato in scadenza. Qui sta l’inganno.
Se la Banca d’Italia è creditore nei confronti dello Stato, dove ha preso i soldi che ha prestato?
La teoria economica classica ci insegna che le banche prestano i soldi che hanno ricevuto in deposito dai risparmiatori. Ma noi non abbiamo depositato tutti questi soldi.
È evidente che “qualcuno” ha creato del denaro.
E’ stato creato dal nulla dal sistema finanziario. Non è questione di conio ma di appropriazione di tutta la mole di moneta emessa.
La banca presta moneta allo Stato, lo indebita e lo stato riconosce e garantisce il debito emettendo i cosiddetti “titoli del tesoro”, Bot, Cct, ecc. che alla scadenza dovranno essere ripagati, interessi compresi, facendo ricorso nuovamente allo strumento del prestito, in una spirale senza fine, della quale non si vede l’uscita (infatti il debito cresce continuamente).
Il semplice cittadino, invece, deve garantire il debito che contrae con garanzie reali, ipotecando case, terreni, proprietà, che finiranno nelle mani dei banchieri in caso di insolvenza.
Ma se i soldi fossero stampati dallo Stato, questi non sarebbe ricattabile da organismi internazionali come la Bce.
Ci fu una richiesta di convertire le monete da uno e due euro in cartamoneta anziché metalliche, Duisenberg, rispose ufficialmente a Draghi/Tremonti che per lui non c’era alcun problema, purché fosse “chiaro a Draghi e Tremonti che in questo modo il Ministero del Tesoro avrebbe perso il reddito da signoraggio derivante dall’emissione delle monete da uno e due euro”, quindi il reddito da signoraggio è smascherato, visto che è ripartito come competenza fra banca centrale europea e banche nazionali. La moneta non viene emessa dallo stato, per cui sono le banche a governare il paese, e non la politica.
I politici sono asserviti ai banchieri.
Ciò è confermato dalle leggi che disciplinano le banche, ove è evidente che il governo non ha nessun potere su Banca D’Italia, né di controllo né di nomina degli amministratori.
Basti pensare che la Bce è un’istituzione indipendente dalla Comunità Europea, con più poteri addiritturadello stesso parlamento europeo. Gli amministratori della Bce sono svincolati dai governi, non rispondono penalmente e civilmente praticamente a nessuno e godono addirittura di immunità superiori a quelle dei parlamentari europei.
In poche parole: la finanza europea dipende dalla Bce. I grandi gruppi bancari avranno in mano non solo beni materiali come oro, diamanti, petrolio, ma anche risorse primarie, come acqua ed energia elettrica. http://ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2013/01/03/news/padre-quirino-contro-politici-e-banche-1.6289511

Il Fondo Monetario Internazionale ammette che l'austerita' e' un errore!


Il Fondo Monetario Internazionale ammette che l'austerita' e' un errore! Il FMI (fondo monetario internazionale) l’istituto finanziario internazionale che piomba come un avvoltoio sui paesi indebitati, ultimamente per mano del suo capo economista Olivier Blanchard, assieme al collega Daniel Leigh, ha scritto e pubblicato un rapporto in cui si afferma che il Fondo ha sbagliato formulando, chiedendo e imponendo l’austerità alla Grecia, senza capire quali sarebbero stati i risultati. I cervelloni del FMI adesso riconoscono di aver “sbagliato” nel chiedere tagli massicci alla spesa pubblica, quindi alla spesa per le pensioni (dimezzate per effetto dei tagli), ai salari dei dipendenti pubblici, alla spesa sanitaria ed all’assistenza, poiché questo non ha provocato, come prevedevano nei loro calcoli, un ritorno alla crescita ed alla occupazione ma al contrario c’è stato in Grecia una drastica contrazione dell’economia di oltre l’8% ed una crescita del debito fino al 175% del PIL.
 La “cura” dell’austerità, prevista e predicata dai cervelloni del FMI a cui si sono associati in coro i responsabili della BCE e della Commissione europea, ha provocato una catastrofe umanitaria in Grecia con centinaia di migliaia di malati deceduti per mancanza di medicinali e di assistenza, con milioni di famiglie ridotte in miseria e costrette a tagliare gli alberi e bruciare la legna in casa per riscaldarsi, provocando numerosi incendi ed incidenti mortali con fortissimo aumento dell’inquinamento ad Atene, con una emigrazione di massa di migliaia di persone fuggite dal paese per disperazione.
La distruzione di un paese europeo. 


Cari colleghi di approfondimenti e visitatori, questo video riassume molte cose

MMT - Importante capire la sintesi

sabato 19 gennaio 2013

MMT

 Aggiornamento del 23-01-2013

Dopo che ho visto il video di Barnard messo sempre nel mio blog sono arrivato a decidere che ha ragione Barnard. Mi dispiace ma mi sa che Antonio Miclavez spaglia proprio su tutta la linea. Penso che fa delle obiezioni a Barnard perché non ha capito cosa teorizza il modello di Barnard (MMT)


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(post iniziale del 19-01-2013)
 Ammetto che non ho ancora studiato in modo approfondito la MMT (modern money theory)

http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_Monetaria_Moderna

però sicuramente è interessante e va quanto meno studiata/valutata per discuterne e per capire se ha soluzioni interessanti per uscire da questa crisa

Una cosa è certa la teoria è innovativa e rivoluzionaria.
Rimane da capire se è corretta

Nel frattempo per stimolare una discussione riporto un interessante analisi/critica sulla MMT

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 Nel articolo sotto riportato sono evidenziate alcune contaddizioni della teoria MMT
 che va sostenendo Paolo Barnard.

Un cordiale saluto a tutti
Giorgio Q.

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Miclavez –Barnard a confronto


Finora non ho risposto agli errori di Barnard, poiché mi sembravano sempliciotti o tendenziosi; ma visto che c’è chi ancora li prende sul serio, mi prendo 5 minuti per abbatterli: Barnard in nero, Antonio Miclavez in rosso


Economia bioregionale

Riporto un interessante articolo segnalato dal mio amico Giorgio Quarantotto

http://www.aamterranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Economia-bioregionale-di-primo-approccio-semplificato-ed-essenziale

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Economia bioregionale, di primo approccio, semplificato ed essenziale
Ma quale "Libero Mercato". Facciamo attenzione alle falsità politico mediatiche fuorvianti... il nuovo post dal titolo "Economia bioregionale, di primo approccio, semplificato ed essenziale".
Economia bioregionale, di primo approccio, semplificato ed essenziale
Il potere politico economico nella nostra società contemporanea, come ben sappiamo, si fonda sulla mistificazione, sull'inganno perpetuato scientificamente, sul controllo dei media, sulla disinformazione, sui miti e sui condizionamenti, sui capri espiatori e sugli alibi pretestuosi, sul consumismo fine a se stesso,  ecc..


MARX E LE BANCHE

Su suggerimento del mio amico Giorgio posto questi link

Dibattito con Claudio Moffa
(http://www.claudiomoffa.it/)


http://www.youtube.com/playlist?list=UU7b2ucggsoy5DEB_asCTjUg ( link Accademia )

LE BANCHE ED IL PENSIERO DI MARX - Prof. Claudio Moffa
http://www.youtube.com/watch?v=R5rvVtjoPks&list=UU7b2ucggsoy5DEB_asCTjUg&index=3

MARX E LE BANCHE - Prof. Claudio Moffa
http://www.youtube.com/watch?v=agKGC80p6VU&list=UU7b2ucggsoy5DEB_asCTjUg&index=2

E' SUONATA L'ULTIMA CAMPANA PER CAMBIARE QUESTA POLITICA MONETARIA N.
GALLONI

http://www.youtube.com/watch?v=6XBnx9H4M9w&list=UU7b2ucggsoy5DEB_asCTjUg

La crisi l'euro l'Europa (D'ANDREA S. - GALLONI N. - TRINGALI F.)
http://www.youtube.com/watch?v=Gm3L1idF9zE&list=UU7b2ucggsoy5DEB_asCTjUg

__________ video collaterali ________

MARRA UNICO CHIARO ED INECCEPIBILE E DOPO IL NULLA

http://www.youtube.com/watch?v=asyBCBiAu-U&list=UU7b2ucggsoy5DEB_asCTjUg

LA TRUFFA DELL'EURO E DELL'EUROPA - ALBERTO BAGNAI - DA VEDERE
http://www.youtube.com/watch?v=HBHSZko61RU&list=UU7b2ucggsoy5DEB_asCTjUg

martedì 15 gennaio 2013

Avercene, di Francesca Salvador!!

Avercene, di Francesca Salvador!!
A parte il cognome che è tutto un programma, la ragazza ha gettato nello stagno un sasso di dimensioni colossali. Ora però non faccia come Paganini, che non ripete. E troverà un mondo di persone disposte a seguirla.

Claudio

sabato 12 gennaio 2013

Con l'acqua alla gola - Puntata 10 - Servizio Pubblico


Francesca Salvador da Santoro parla di sovranità monetaria e spiazza tutti

Francesca se ne sta là, appollaiata sul trespolo sfigato di Servizio Pubblico, diventando una sorpresa bella e vera dell’evento televisivo dell’anno. Francesca di cognome fa Salvador, vive e lavora a Vittorio Veneto, provincia di Treviso. In quella che un tempo era la parte più ricca e produttiva del paese. Se ne sta lì, in attesa, mentre Santoro e Berlusconi giocano ad intrecciare i rispettivi cateteri lunghi una trentina d’anni di pantomima collettiva e milionaria; Travaglio fa il Travaglio. Berlusconi il Berlusconi.
Le due Santoro’s Angel giocano a fare le giornaliste all’americana, confermando quanto sia rara la coscienza di sé in una donna che si crede intelligente. Mi si perdoni la battuta maschilista, ma serve ad introdurre Francesca.
L’imprenditrice veneta che, dopo un’ora e quaranta da spettatrice di un grottesco processo del Lunedì applicato alla politica, viene chiamata in causa: per il Biscardi in questione il suo intervento dovrebbe infastidire Berlusconi. Sì, lo spiazza. Ma in verità infastidisce tutto e tutti, gettando ospiti, spettatori e ascoltatori sul cemento duro della responsabilità.
Francesca dice una cosa santa, bella, enorme, magnifica:
                     “E’ una questione di volontà politica”.
Volontà politica. Per cosa? Per tornare liberi. 
Padroni a casa nostra. Padroni della nostra moneta. 
Per strapparla ai banchieri privati che oggi strozzano e, letteralmente, uccidono la nostra economia. 
Francesca è tranquilla e brava. Non si perde in fregnacce su Germania e Merkel. Va al cuore del problema:
     “Signor Berlusconi, lei sapeva che Mario Monti era un uomo della Trilateral e della            Goldman Sachs?!”


mercoledì 2 gennaio 2013

Euro, mercati e democrazia , convegno a Pescara del 1° dicembre 2012

tratto da http://goofynomics.blogspot.it/

Area euro, mercantilismo e violazioni dei trattati - Luciano Barra Caracciolo





Cambiare moneta: il ruolo delle aspettative nella gestione del processo - Claudio Borghi



L'euro, da moneta unica a moneta comune - Luca Fantacci


I saldi finanziari della Grecia dal 1980 ad oggi - Gennaro Zezza 



Produzione reale, speculazione e crisi - Lidia Undiemi 



Competitività e moneta unica - Cesare Pozzi 




"Il tramonto dell'Euro" e il compleanno di Goofynomics - Alberto Bagnai;